di Marina Anna Tavassi
Presidente della Corte d’Appello di Milano
Presidente di AECLJ (Association of European Competition Law Judges)
La Corte d’Appello di Milano e le Cattedre di Diritto dell’Unione europea dell’Università degli Studi di Milano hanno lavorato intensamente per pervenire ad una raccolta della ricca giurisprudenza milanese in materia di antitrust.
La Corte d’Appello e il Tribunale di Milano, invero, hanno da sempre dedicato un’attenzione particolare al diritto della concorrenza, e più specificamente al private enforcement del diritto antitrust, ponendosi con le proprie pronunce come protagonisti di un settore cruciale per la vita delle imprese e per l’economia del Paese.
Negli ultimi anni, l’elaborazione e l’adozione della direttiva 2014/104/UE, cui ha fatto seguito, in Italia, l’entrata in vigore del D. Lgs. n. 3/2017, hanno dato nuova linfa ai giudizi civili di risarcimento dei danni derivanti da violazioni antitrust, contribuendo ad una significativa evoluzione del contenzioso, la cui portata effettiva non può che essere valutata sulla scorta dell’analisi delle singole decisioni, tenendone in adeguata considerazione le rispettive peculiarità. La giurisprudenza dei giudici milanesi costituisce, nel suo insieme, una stimolante fonte di analisi, riflessioni, applicazioni, di un diritto che, pur di matrice europea, è ormai destinato ed essere parte del comune sapere del giurista che, a vario titolo, partecipa alla vita degli attori economici e dei privati cittadini riguardati dall’operare delle imprese.
Anche da tali riflessioni è nata l’idea di raccogliere sistematicamente la giurisprudenza delle corti milanesi in materia antitrust, con l’obiettivo di offrire, grazie alla disponibilità della rivista telematica Eurojus, un supporto accessibile e – si auspica – utile per tutti coloro i quali, sia pur non riconducibili alla c.d. “comunità antitrust”, sono interessati agli sviluppi del settore dalla prospettiva dei giudizi civili.
Si tratta, a quanto mi consta, di un’iniziativa unica nel suo genere per aggiornamento e metodo nell’approccio scientifico di catalogazione; sicuramente a livello nazionale, ma probabilmente con pochi eguali anche nelle esperienze degli altri Paesi europei. In ciò, la cooperazione tra il sapere pratico del giudice e l’approccio scientifico del ricercatore universitario è parsa davvero fruttuosa.
L’auspicio non può che essere quello di ispirare analoghe iniziative da parte dei Tribunali e delle Corti di Appello di Roma e Napoli, così da completare il quadro nazionale anche a beneficio della reputazione internazionale del nostro sistema giudiziario e di contribuire, con un risultato di alto livello, alla diffusione della conoscenza antitrust su scala nazionale ed europea, anche a vantaggio delle stesse istituzioni dell’Unione responsabili del monitoraggio sull’applicazione della direttiva private enforcement.
Questa classificazione mira a potenziare la ricerca libera per parola, filtrando i risultati più rilevanti su ogni tema. Le sentenze sono state inserite in determinate categorie solo se affrontano in maniera anche non innovativa, ma comunque rilevante, il tema. Talune categorie al momento sono prive di sentenze, ma potrebbero averne in futuro.
«My own feeling is that classification can be of assistance subject to important cautionary notes. We should never lose sight of the fact that taxonomy is of instrumental value, it is there to cast light on substantive differences […], not to be an end in itself. We should not allow the desire for ‘order’ to lead the imposition of […] categories that are ill-fitting. We should moreover remember the tension between generality and specificity. The more general and abstract is any classification then the greater the likelihood that all can be fitted into […]. In the opposite direction, […] categories that are too specific can convey a wilderness of single instances» (P. Craig, EU Administrative Law, 2006, Oxford, p. 152)